La Federazione delle unioni farmaceutiche di Francia (Fspf), uno dei sindacati delle farmacie d’Oltralpe, chiede il ritiro definitivo dell’articolo della legge “antigaspi” (da gaspillage, spreco) che prevede l’erogazione dei farmaci per unità, correlandone il numero alle effettive esigenze di terapia del paziente, in modo da ridurre eccedenze che quasi sempre si traducono in sprechi, vanno ad alimentare l’uso improprio delle medicine (con i conseguenti rischi sanitari) e producono anche conseguenze ambientali, connesse al loro smalitmento.
In subordine, il sindacato francese chiede – laddove la misura, in discussione all’Assemblea nazionale nell’ambito dell’esame del disegno di legge sulla lotta contro i rifiuti e l’economia circolare, venga approvata – che essa sia limitata a determinati farmaci e, soprattutto, venga formulata in modo da salvaguardare sostenibilità ed economia delle farmacie, prevedendo adeguati compensi per il farmacista.
L’ipotesi di dispensare ai pazienti in farmacia del numero di dosi strettamente correlato alle necessità del ciclo terapeutico prescritto dal medico – realtà già consolidata in Paesi come Stati Uniti e Canada, ma anche Regno Unito e Germania e da tempo avviata sperimentalmente anche in Svizzera – era stata ventilata nella scorsa primavera anche in Italia, dall’ormai ex DG dell’Aifa Luca Li Bassi, sostenuto dall’allora ministra della Salute Giulia Grillo. La proposta (“sponsorizzata” peraltro da molti: farmacologi, economisti, esperti in sanità pubblica e persino il Consiglio nazionale di bioetica) non ha però fatto molta strada, che è un altro modo per dire che – almeno fino ad oggi – non si è spostata di un millimetro.
Tornando alla Francia, contro la disposizione si era già espressa negativamente l’Unione dei sindacati dei farmacisti (Uspo), denunciandone l’inutilità e definendola addirittura controproducente. Fspf si è spinto oltre le proteste, comunicando sia all’Eliseo sia al ministero della Salute la sua totale opposizione alla misura “antigaspi” destinata alle farmacie e annunciando il sostegno a due emendamenti contro la misura – uno abrogativo e l’altro correttivo – presentati dal deputato dell’Aude, Mireille Robert.
Il primo emendamento chiede appunto la cancellazione dell’articolo. Il secondo chiede che la dispensazione per unità, laddove il principio dovesse essere adottato dai deputati, venga limitata a determinati farmaci (il riferimento è a quelli per i quali è già prevista la consegna per unità, come i narcotici, ma anche ad alcuni antibiotici). “In ogni caso” precisa il presidente della Fspf Philippe Besset “questo dispositivo dovrebbe essere accompagnato da un metodo di remunerazione per la farmacia”.
Besset sul punto è estremamente chiaro: “La modifica del governo non include un modello economico per la farmacia. Tuttavia, la dispensazione per unità non può essere prevista senza una compensazione finanziaria, che già chiediamo da anni per i narcotici “ afferma il presidiente della Fspf. Che motiva la sua richiesta con alcune stime: l’arrivo della dispensazione per unità posologiche per tutti i farmaci comporterebbe conseguenze logistiche e organizzative per le farmacie già robotizzate dell’ordine di 200.000 euro, oltre a impore l’assunzione di almeno un altro farmacista per far fronte alle nuove incombenze. E Governo e Parlamento non possono davvero pensare che a sostenere questi costi siano le sole farmacie.
FONTE: www.rifday.it
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