Il dopo-evento Inno2days Pavia: la parola chiave emersa è ‘fare sistema’

La giornata sull’innovazione a Pavia ha visto l’alternanza di momenti di conoscenza condivisa, di business games, di prove pratiche delle nuove tecnologie, di interventi da parte della platea in un mix di condivisione e interattività, davanti ad un pubblico di 90 persone. Molti gli spunti emersi durante questo open day…

Condivisione e interattività, ma soprattutto fare sistema, sono le parole chiave di Inno2days Pavia, la giornata sull’innovazione del 15 dicembre alla Camera di Commercio. Tra momenti di conoscenza condivisa, business games, prove pratiche delle nuove tecnologie e interventi da parte del pubblico, si è discusso delle strategie anticrisi, di nuovi media e della realtà delle PMI. All’inizio della giornata è stato presentato un LipDub su Pavia girato da un gruppo di 100 giovani, prodotto e montato da Marco Rognoni, video maker, con la collaborazione (per la scenografia e la coreografia) di Viola Cappelletti, consulente urbanistico e di Maurizio Vallati, titolare di Da.Ma. Comunicazione. Dichiara Rognoni: “ritengo che per fare innovazione (in Italia come in qualsiasi altro Paese) ai vertici sia necessaria un’idea giovane, aperta alle nuove tecnologie e ai nuovi strumenti di comunicazione. Purtroppo non è così. C’è troppa paura di sbagliare e troppa insicurezza. Quando vengono proposte nuove idee ci si imbatte spesso in persone che devono prendere decisioni ma che sono troppo indietro rispetto al progresso ed ai nuovi sistemi di comunicazione e che di conseguenza non hanno fiducia in essi. Innovare vuol dire crederci, provare e magari anche sbagliare. Oggi nessuno vuole sbagliare… Ma come si fa a vincere se nemmeno ci si prova?”. Viola Cappelletti invece evidenzia che “tra i freni maggiori cui ci si trova davanti quando si vuole fare innovazione in Italia c’è la mentalità della comodità (raccomandazioni e nepotismo, con conseguente saturazione del mercato da parte di soggetti non meritevoli; influssi distorti dal mondo della politica; gerontocrazia; arrendevolezza di fronte alla fatica; scarsa volontà  di aggiornamento), quantità vs. qualità (demotivazione conseguente alla scarsa flessibilità ed alla ridotta valorizzazione delle competenze individuali; assenza di senso di appartenenza; sottovalutazione dell’arricchimento esperienziale rispetto al guadagno economico; scarsa propensione all’investimento; livellamento delle eccellenze) e cultura della conservazione (sfiducia nel nuovo, ideologia del pezzo di carta, distorta percezione del concetto di merito). Maurizio Vallati, oltre al Lip Dub, ha realizzato diversi Flash Mob di Pavia (di cui ha parlato all’Inno2days), a cui hanno partecipato, entusiaste, centinaia di persone. Afferma: “in Italia l’evoluzione fa fatica per diversi motivi. Prima di tutto perché solitamente le idee innovative provengono dai giovani e, come ben si sa, il nostro Paese non è un posto per giovani. All’estero la cosa è molto diversa. Per essere innovativi bisogna essere un po’ spregiudicati e sognatori, in Italia si è molto più conservatori ed il nuovo (a volte) spaventa. Basti pensare che, in campo tecnologico, i nostri innovatori preferiscono andare all’estero…”. Un altro protagonista del Lip Dub ha fatto ‘irruzione’ durante Inno2days vestito da guru e, accompagnato dalla colonna sonora di “Eyes wide shut”, ha fatto una body performance davanti al pubblico che, alla fine dell’esibizione, si è unito in un ‘collegamento fisico’ rappresentante la metafora del network e del fare sistema.

Tra i partecipanti, Adriano Facchini, fondatore del Glocal Award ed ex Direttore Generale del Consorzio Agrario di Parma e Massimo Barbieri, Corporate affair manager Mc Donald, che si sono confrontati sulla visione Glocal necessaria per coniugare istanze locali e sviluppo globale. Ha affermato Facchini: “sono un appassionato localista; il localismo deve servire come unità di creatività e le idee vanno trasformate in progetti. Uno dei maggiori bisogni è quello della socialità; mi sono interessato di sagre per questo motivo e perché nel localismo non si può fare marketing da tavolino, bisogna vivere e sperimentare le cose e il dialogo deve sostituire la gerarchia. I progetti locali vanno poi strutturati e infine il locale si deve spostare sul globale. Un mio progetto è stato concretizzato infatti a livello globale: tutto il grano contenuto nei panini di Mac Donald’s consumati in Italia, Grecia e Malta, proviene dalla mia zona”. Ha proseguito Barbieri: “condivido e credo nella formula utilizzata dai fratelli Branca, ‘novare serbando’: bisogna rinnovarsi mantenendo i valori. Oggi Mac Donald’s è infatti una realtà anche italiana; sono italiani la maggior parte dei fornitori e tutti gli ingredienti, tra cui il grano dei panini che, come diceva Facchini, proviene da un Consorzio agrario emiliano. Uno degli aspetti fondamentali sta nel valorizzare le eccellenze locali anche piccole e questo è uno degli aspetti che oggi caratterizza Mac Donald’s, per cui il grande aiuta il piccolo. La chiave per uscire dalla crisi è quindi quella di continuare ad innovare, anche facendo leva sulle eccellenze locali”.

Dopo il lunch è stato il momento dell’area cambiaMENTE e del business game condotto tra tre partner di Flipfly, Paolo Rossetti, Francesca Vigorelli e Alberto Negrin, che sostengono: “il modo in cui oggi le persone comunicano, lavorano e si organizzano sta cambiando e il cambiamento sta sempre più muovendosi verso la direzione del paradigma visuale. Questa è innovazione: un processo ormai avviato che va assecondato e agevolato attraverso la comprensione dei nuovi ‘linguaggi’. In modo sempre più pervasivo e generalizzato, infatti, si stanno adottando soluzioni visuali – come il Video, la fotografia, l’infografica – per trasferire informazioni e per comunicare ma anche per capire meglio la realtà aziendale che ci circonda. Abbiamo impostato per questo l’area cambiaMENTE con ‘prove tecniche’ di visualizzazione di dati molto semplici, sperimentando insieme al pubblico, alla luce delle buone prassi di progettazione della visualizzazione delle informazioni, in modo da portare a casa un piccolo nuovo bagaglio di conoscenze, da mettere subito in pratica nel trattamento ‘visuale’ dei nostri dati aziendali”.

Inno2days si è concluso con le prove pratiche di innovazione dell’area DIRE/FARE, con prove in diretta delle nuove piattaforme e device, guidate da Gualtiero Giuliani, ICT Consultant and trainer. Evidenzia che “mai come oggi l’innovazione è una delle parole chiave per uscire dalla preoccupante situazione in cui il tessuto produttivo italiano si trova. L’innovazione spaventa ed è frenata, perché innovare può portare dei rischi, o semplicemente la si evita per pura ‘ignoranza’ da parte della classe manageriale privata/pubblica, che mi sembra il motivo peggiore. Nella mia realtà di formatore ICT, a contatto con moltissime imprese, apro spesso i corsi con queste poche parole: ‘Se voi non vi occupate di innovazione (ad esempio nel campo informatico), qualcun altro lo farà prima di voi e deciderà al vostro posto…’”. Francesca Negri dell’Università di Pavia (centro accreditato Questio), sottolinea invece come “in Italia non circolano le informazioni. Spesso ci sono iniziative interessanti per le imprese da parte dei Centri di ricerca, dell’Università ecc. che però non sono conosciute. Pesa inoltre un’eccessiva burocrazia per ottenere i finanziamenti, che limita fortemente le imprese”.

Susy Longoni di InnovHub, responsabile del progetto Inno2days, insieme a Patrizia Achille della Camera di Commercio di Pavia, hanno infine presentato il bando ‘Voucher ricerca e innovazione e contributi per i processi di brevettazione’, che ha l’obiettivo di avvicinare le imprese ai temi dello sviluppo tecnologico e dell’innovazione, realizzando un sistema in cui i diversi soggetti – imprese, Università, centri di ricerca, Istituzioni, possano partecipare attivamente alla realizzazione di processi innovativi. I voucher sono crediti per le aziende da spendere nei Centri di ricerca e i fondi sono messi a disposizione dalla regione Lombradia e dalla Camera di Commercio di Pavia. “La regione Lombardia” ha aggiunto la Longoni “oggi si sta dando da fare sul territorio e mette a disposizione delle imprese numerosi servizi per l’innovazione. Le ultime iniziative cercano di facilitare le procedure per l’ottenimento dei fondi”.

Ha concluso l’incontro Fabrizio Bellavista, Social Media Consultant, partner di Psycho Research e coordinatore di Inno2days, riassumendo: “in una visione anticrisi, è oggi più che mai necessario fare sistema unendo le forze”.

Organizzato da Innovhub, l’azienda speciale per l’innovazione della Camera di Commercio di Milano, dalla Camera di Commercio di Pavia, da QUESTIO Regione Lombardia e da Enterprise Europe Network, Inno2days è stato coordinato da Susy Longoni di Innovhub e da Fabrizio Bellavista, con la collaborazione di Francesca Vigorelli e di Gualtiero Giuliani.

 

http://inno2days.wordpress.com/

 

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